
Tutto nasce nel ”1932” in un piccolo paese del Sud Italia, dalla semplicità, dalla laboriosità e dal pensiero umano.
La storia scritta di seguito, parla del giovane falegname, iniziatore del marchio “Buongiorno”, ed entra nella cultura dei vecchi artigiani, di chi, come lui, nacque sotto i maestri d’ascia, i quali lavoravano il legno delle carrozze di un tempo.
Il loro pensiero era basato sulla saggezza, sulla sapienza, sull’amore per la famiglia, sulla fede, ma soprattutto sulla vecchia tradizione, iniziando le giornate sempre con una riflessione comunitaria. Essi nacquero come garzoni sotto grandi maestri artigiani e poi con il tempo, raggiunti alti livelli di conoscenze, si distaccavano completamente dai loro predecessori, per mettersi in proprio.
È sempre bene ricordare come questi artigiani lavorarono nel tempo, prestando grande attenzione ai materiali da loro utilizzati; ogni mattina, esponevano le proprie forniture alla luce solare, per osservarne le deformazioni. E poi a sera, come ogni giorno, prima del calar del sole riponevano il tutto al proprio posto.
Le lavorazioni venivano effettuate a mano, con apposite attrezzature, come le grosse seghe, volgarmente chiamate i “s-racch o segacci”, utilizzate per il taglio del legno.
“Giovanni Buongiorno” nacque tra la parte più antica del paese, l’attuale centro storico; sempre accompagnato dalla sua saggezza silenziosa, armoniosa verso i suoi clienti, all’inizio della sua carriera si occupò delle lavorazioni nel campo dell’arte sacra, realizzando banchi per le parrocchie del paese.

Con il passare degli anni conobbe un altro maestro del tempo, Antonio DiCandio, con il quale si associò ed effettuò lavori nella vecchia chiesa del Sacro Cuore, realizzando tra il tutto, anche un maestoso portone.
I due si occupavano maggiormente della realizzazione di infissi e con il passare degli anni si specializzarono nel settore dell’arredamento.
Affabile con tutti, il giovane falegname, divenuto poi anch’esso maestro, tramandò queste arti al figlio “Vito”, comunicando gli antichi insegnamenti di amore e passione verso il legno.
C’è chi afferma che il nome “Buongiorno” significhi Buon Umore, quel buon umore grazie al quale, arrivati nel terzo millennio, la falegnameria “Buongiorno” porta con se, allargandosi, non solo materialmente, grazie all’uso delle nuove tecnologie,
ma soprattutto grazie alla passiona di chi ci lavora.
Ad oggi i figli di Vito, anche dopo la sua scomparsa nel 2012, continuano in questa scalata, con l’obiettivo di stabilire e far crescere il marchio con un senso di realizzazione ed orgoglio.


